Teatro Alighieri di Ravenna
9, 13 e 16 novembre | Rigoletto
10, 14 e 17 novembre | Il Trovatore
11,15 e 18 novembre | La Traviata
Da quest’anno il Ravenna Festival si arricchisce di un’appendice autunnale dopo il successo del cartellone estivo, che porterà sul palcoscenico del Teatro Alighieri un trittico dedicato a Verdi. Le opere saranno allestite in tre serate consecutive, in una sorta di “maratona” lirica che celebra in anticipo il bicentenario della nascita del grande compositore di Busseto, una vera e propria Trilogia d’autunno proporrà, a cura di Cristina Mazzavillani Muti, i tre capolavori della cosiddetta trilogia popolare - Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata - in 9 recite consecutive, dal 9 al 18 novembre. La Trilogia sarà firmata da Cristina Mazzavillani Muti, che del Ravenna Festival è l’anima, che viene a segnare l’approdo di molti anni di sperimentazioni e di produzioni realizzate secondo dinamiche laboratoriali e affidate a una equipe di lavoro essenzialmente giovane e innovativa. Secondo la Direttrice, infatti, coinvolgendo giovani talenti si affronterà la nuova sfida delle produzioni teatrali, capace di offrire ad essi l’opportunità di formarsi misurandosi con il grande repertorio e di indicare possibili vie per il futuro sviluppo dei teatri.
Al nuovo allestimento di Rigoletto saranno affiancate le riprese delle produzioni di Trovatore (Ravenna Festival 2003) e Traviata (Ravenna Festival 2008) accomunate da una visione che esalta l’inconfondibile unicità di ogni singola opera giocando sul filo dell’invenzione e della creatività: la luce che, scaturendo dal buio, farà risplendere il disegno à la Vermeer dei costumi pensati per Rigoletto (9, 13 e 16 novembre); la trasfigurazione visionaria per il Trovatore (10, 14 e 17 novembre), i riflessi di specchi per Traviata (11,15 e 18 novembre). Naturalmente, sfruttando le straordinarie potenzialità offerte dalle più moderne tecnologie, che – secondo una visione innovativa del teatro – devono e dovranno essere i mezzi con cui il teatro italiano uscirà dalla sua lenta agonia. L’approccio registico alle tre opere - il cui avvicendarsi sul palcoscenico dell’Alighieri segue l’ordine cronologico di composizione - prosegue quella linea di ricerca sperimentale che ha sempre caratterizzato la signora Mazzavillani Muti, nel pieno rispetto dei testi verdiani, riletti alla luce di ciò che l’odierna tecnologia può mettere oggi a disposizione del teatro musicale, già per sua natura squisitamente interdisciplinare. La Trilogia d’Autunno diventa così un grande laboratorio per giovani cantanti, musicisti e creatori-elaboratori di immagini e suoni.
In Rigoletto così si esprime la regista: Ho immaginato un mondo nero, misterioso, una scena scura, in cui non sono le luci a cercare i personaggi, ma questi ad entrare di volta in volta nella luce. Che li isola e li ritaglia dal contesto, li rivela al pubblico, glieli rende familiari, ognuno con il proprio fascino e il proprio mondo interiore. Ognuno con la propria aura, che poi è la luce stessa, la luce dell’anima. Quella luce che irradia dai dipinti di Vermeer. È alla sua pittura che mi sono ispirata, alla morbidezza delle forme e dei colori, cui si rifanno i costumi in scena.
Anche per Trovatore viene individuata una chiave di lettura moderna, grazie all’uso strutturale ed intensivo delle tecnologie multimediali, pur con continui e precisi rimandi alla tradizione dell’opera. E’ il trovatore di Ravenna, quello che mirabilmente sa unire la Spagna verdiana con la Ravenna di ieri e di oggi. Uno spettacolo che è rimasto nella memoria e che dal 2003 ha riscosso successi in diversi teatri.
La Traviata degli specchi, potremmo definire quella che ritornerà a Ravenna, perché nel riflesso degli specchi e in Violetta si specchiano, si riflettono generazioni di donne, secoli di donne, sfruttate, giudicate, usate, violentate e mai capite. Le donne del passato, di oggi, e anche quelle a venire. È per questo che l’immagine di Violetta si moltiplica, virtualmente e fisicamente: nel riflesso dei grandi specchi che dominano la scena, e nelle anime bianche che la attorniano, ne amplificano i gesti, le emozioni, sorridono e soffrono insieme a lei, e insieme a lei muoiono e resuscitano.
Una ‘trilogia’ che nasce a Ravenna ma che ha nel suo dna il viaggio. E’ infatti coprodotta con la Fondazione Teatri di Piacenza che ne ospiterà in aprile 6 recite al Teatro Municipale. Per Traviata poi la coproduzione è anche con il Teatro Comunale di Ferrara, che già aveva ospitato la produzione di Trovatore nel 2011, e dove l’opera andrà in scena in marzo. Il grande interesse sulla triplice produzione del Festival è poi testimoniato dalla presenza a Ravenna, in occasione delle recite, di molti direttori di teatri in vista di una probabile circuitazione, anche internazionale, dei singoli allestimenti, come da sempre per le opere prodotte dal Ravenna Festival.
Le tre opere avranno come direttore Nicola Paszkowski alla guida Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro Lirico Terre Verdiane di Piacenza diretto e preparato dal maestro del coro Corrado Casati. Le luci, straordinarie, sono di Vincent Longuemare. E ancora ci saranno Alvise Vidolin, mago e pioniere in Italia della computer music, lo scenografo Italo Grassi e il creatore di costumi Alessandro Lai.
Ricordiamo tra i cantanti delle tre serate: Giordano Lucà, nel Duca di Mantova, giovane tenore, già apprezzato in diversi teatri internazionali; il baritono Francesco Landolfi sarà Rigoletto, vincitore di numerosi concorsi lirici, è stato recentemente molto apprezzato nei teatri tedeschi e austriaci; il soprano Rosa Feola in Gilda è stata recentemente Adina nell’Elisir d’amore all’Opera di Roma. Luciano Ganci che sosterrà il ruolo di Manrico, pur essendo molto giovane ha già una carriera internazionale; la georgiana Anna Kasyan sarà Leonora: è considerata come una delle cantanti più promettenti della sua generazione. Ricordiamo infine Monica Tarone che sarà una Violetta con indubbie qualità vocali e il giovane tenore turco Bulent Bezduz in Alfredo.